Descrizione
Territorio
La geografia di quello che, con definizione moderna, chiamiamo il ''Comune'' di Magherno (e che corrisponde, almeno per le parti abitate, al territorio della parrocchia), non è mutata almeno da tre secoli.
La prima descrizione topografica moderna è la mappa del ''Catasto austriaco'', una cartografia particolareggiata della della Lombardia voluta dall'imperatore Carlo V, il quale, dopo che nel 1714 il Ducato di Milano era passato dagli spagnoli agli austriaci, ordina di accertare con precisione le proprietà fondiarie allo scopo di fissare più equamente le tasse.
La ''campagna sottana'', cioè la Bassa pavese, porzione di territorio delimitata a nord dalla strada Vigentina e a sud dal Po, nella quale si trova Magherno (che fa parte della delegazione XI del Principato di Pavia), viene censita nel 1723 (ma il catasto è messo in vigore dall'imperatrice Maria Teresa intorno al 1750).
Le mappe, minuziose e molto chiare, sono di due tipi: la ''prima stazione'' indica i campi diversificati per colture; la ''seconda stazione'' segnala gli edifici, cioè abitazioni e cascine.
(tratto da ''Magherno nell'Ottocento'' - Luisa Erba, Cesare Repossi)
La prima descrizione topografica moderna è la mappa del ''Catasto austriaco'', una cartografia particolareggiata della della Lombardia voluta dall'imperatore Carlo V, il quale, dopo che nel 1714 il Ducato di Milano era passato dagli spagnoli agli austriaci, ordina di accertare con precisione le proprietà fondiarie allo scopo di fissare più equamente le tasse.
La ''campagna sottana'', cioè la Bassa pavese, porzione di territorio delimitata a nord dalla strada Vigentina e a sud dal Po, nella quale si trova Magherno (che fa parte della delegazione XI del Principato di Pavia), viene censita nel 1723 (ma il catasto è messo in vigore dall'imperatrice Maria Teresa intorno al 1750).
Le mappe, minuziose e molto chiare, sono di due tipi: la ''prima stazione'' indica i campi diversificati per colture; la ''seconda stazione'' segnala gli edifici, cioè abitazioni e cascine.
(tratto da ''Magherno nell'Ottocento'' - Luisa Erba, Cesare Repossi)
Curiosità
I maghernini sono chiamati dagli abitanti di Vidigulfo "pescatori della luna", secondo una leggenda popolare. In una notte di luna piena un contadino, forse un po' alticcio, scambiò l'immagine della luna, riflessa nelle acque di un canale, per una grossa forma di cacio. Corse quindi a casa per prendere gli arnesi per pescarla. Ma il giovanotto fece rumore, destando i vicini, i quali si affacciarono e vollero sapere. Dopo averlo accompagnato sul posto si misero a rastrellare anch'essi con pertiche il fondo del canale, sperando di trarne quella che avevano scambiato per una forma di cacio. Ma l'immagine scomparve, prima velata dall'acqua ormai resa torbida e melmosa, infine nascosta da una nube che aveva coperto la luna ed oscurato la terra.